L’offesa al capo con una mail inviata anche ai superiori non costituisce reato per la Cassazione

Secondo la Cassazione, con la sentenza n. 31729/2023, ai fini della configurabilità del reato di diffamazione, «si deve tener conto del complessivo contesto dialettico in cui si realizza la condotta e verificare se i toni utilizzati dall’agente, se pur aspri, forti e sferzanti non siano meramente gratuiti e immotivatamente aggressivi dell’altrui reputazione, ma siano invece pertinenti al tema in discussione e proporzionati al fatto narrato ed al concetto da esprimere».

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