L’archiviazione di materiale pedopornografico sul cloud di una chat collettiva costituisce reato
Integra il delitto di detenzione di materiale pedopornografico ai sensi dell’art. 600-quater comma 1 c.p. la disponibilità di files di contenuto pedopornografico archiviati sul cloud storage di una chat di gruppo ed accessibili, per il tramite delle proprie credenziali, da parte di ogni componente del gruppo che abbia ad essa consapevolmente preso parte e che sia consapevole del contenuto dei files ivi contenuti (Cassazione penale, Sez. III, sentenza 4 settembre 2023, n. 36572).