Data retention consentita per contrastare violazioni del copyright
L’Avvocato Generale Szpunar, nel rassegnare le sue conclusioni nella “causa La Quadrature du Net e altri” (C-470/21) – che era stata inviata su richiesta della Grande Sezione alla Corte di Giustizia in Seduta plenaria – ribadisce quanto già affermato nelle precedenti conclusioni del 2022, ovvero che la conservazione e l’accesso a dati relativi all’identità civile collegati all’indirizzo IP utilizzato dagli utenti della rete Internet dovrebbero essere consentiti qualora costituiscano l’unico strumento di indagine per identificare persone sospettate di violazioni del diritto d’autore online: ritenendo necessario un limitato sviluppo della giurisprudenza della Corte di Giustizia relativa alla conservazione e all’accesso a dati come gli indirizzi IP abbinati a dati relativi all’identità civile, Spuznar osserva, quindi, che la data retention sia ammissibile in tale contesto soltanto per perseguire i reati commessi esclusivamente su Internet. La questione passa all’esame dei giudici di Lussemburgo che avranno così l’occasione di approfondire nuovi aspetti concernenti la conservazione e l’accesso ai dati personali.