Può lavorare chi è agli arresti domiciliari per reato associativo in materia di stupefacenti?

Con sentenza 20 ottobre 2023, n. 42865, la Quarta Sezione della Cassazione penale ha affrontato il tema dell’autorizzazione allo svolgimento di attività lavorativa del detenuto agli arresti domiciliari in relazione al reato di cui all’art. 74D.P.R. n. 309/1990 (partecipazione ad associazione dedita al traffico di stupefacenti). La Cassazione ha dichiarato infondato il ricorso proposto dal ricorrente avverso il rigetto del giudice del riesame sulla richiesta di autorizzazione allo svolgimento di un’attività lavorativa. La valutazione della richiesta, per la Suprema Corte, è stata fatta tenendo in giusta considerazione tutti gli elementi che concorrono alla formazione del giudizio. In primis, la valutazione, senz’altro rigorosa, delle condizioni di assoluta indigenza ex art. 284 c.p.p.; in secundis, l’analisi congiunta delle condizioni economiche del detenuto e dei suoi familiari. Infine, l’apprezzamento delle esigenze cautelari sottostanti alla misura in relazione allo spessore criminale del richiedente.

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