Tribunale Ue, se l’ILVA danneggia salute e ambiente va chiusa ma spetta al Tribunale di Milano valutarlo

Tenere in esercizio l’acciaieria Ilva di Taranto dà luogo a pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute umana? In caso affermativo, l’esercizio dovrà essere sospeso ma spetta al Tribunale di Milano valutare se ricorre tale circostanza, considerando se il termine entro il quale dovevano essere attuate le prescrizioni dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) del 2011 è stato prorogato eccessivamente, al di là del periodo transitorio concesso dalla direttiva “IED” 2010/75 relativa alle emissioni industriali. Lo ha dichiarato la Corte di Giustizia Ue sentenza 25 giugno 2024, C-626/22 interrogata dal giudice meneghino per sapere, tra l’altro, se l’Ilva stesse operando nel rispetto dei requisiti stabiliti dalla direttiva 2010/75/UE e degli atti giuridici sulle migliori tecniche disponibili (MTD o BAT, da “Best Available Techniques”). I giudici di Lussemburgo hanno anche precisato che, ai fini del rilascio o del riesame di un’autorizzazione all’esercizio di un’installazione ai sensi della “direttiva IED”, l’autorità competente deve considerare, oltre alle sostanze inquinanti prevedibili tenuto conto della natura e della tipologia dell’attività industriale in esame, anche tutte quelle oggetto di emissioni scientificamente note come nocive che possono essere emesse dall’ILVA, comprese quelle generate dalla sua attività che non siano state valutate per l’AIA iniziale.

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