La coltivazione domestica di cannabis per uso personale non è punibile
Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte di appello aveva confermato la decisione di primo grado con la quale il Tribunale aveva condannato il conducente di un’auto per il reato di omicidio colposo, per aver investito un ciclista che lo precedeva nello stesso senso di marcia, la Corte di Cassazione penale, Sez. VI, con la sentenza 24 febbraio 2023, n. 8442 – nell’accogliere la tesi difensiva secondo cui giudici di merito avevano del tutto trascurato di valutare, laddove avevano affermato l’avvistabilità del ciclista alla distanza di 35-40 metri, sia che la bicicletta fosse priva di adeguati dispositivi di illuminazione sia che il ciclista non indossasse il giubbino catarifrangente, sia che la vittima fosse vestita con abiti scuri – ha ribadito che l’ inoffensività della condotta di coltivazione di stupefacenti richiede alcuni indici: a) che l’agente sia un assuntore abituale; b) che non vi siano elementi idonei a ritenere la destinazione alla cessione a terzi; c) che la coltivazione abbia ad oggetto un numero limitato di piante; d) che sia svolta senza l’adozione di alcuna particolare tecnica atta ad ottenere un quantitativo apprezzabile di stupefacente.