Cameraman ucciso da “fuoco amico” statunitense: il rifiuto della Spagna di perseguire i militari USA non viola la CEDU
Pronunciandosi su un caso “spagnolo” in cui si discuteva della legittimità delle decisioni dei tribunali spagnoli di dichiarare il proprio difetto di giurisdizione così interrompendo le indagini sulla morte di un giornalista spagnolo in Iraq, la Corte di Strasburgo, all’unanimità, ha escluso che vi fosse stata una violazione dell’articolo 6 (diritto di accesso alla giustizia) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il caso riguardava l’uccisione nel 2003 del fratello del ricorrente, un cameraman in missione in Iraq, e la decisione di archiviare il procedimento penale avviato in Spagna per indagare sulle cause della morte. La Corte EDU ha osservato che la riforma legislativa che limitava la giurisdizione dei tribunali spagnoli in tali casi aveva portato alla decisione di archiviare il procedimento nel 2015. In particolare, la nuova formulazione della legge prevede che i tribunali spagnoli potevano essere competenti solo se i militari statunitensi accusati dei crimini erano fisicamente presenti in Spagna. La Corte d Strasburgo ha ritenuto che le ragioni addotte per giustificare la riforma – il rischio di sovraccaricare i tribunali e le difficoltà pratiche nell’ottenere prove in tali casi – fossero legittime (CEDU, Sez. V, 25 luglio 2024, n. 2327/20 – C.P. c. Spagna).